C’era una volta una casa fatta di riso (ma non è una fiaba)
Una casa fatta di riso? Non è una fiaba, da oggi si può. Una celebre architetta italiana e il suo team hanno dato vita a un sistema di progettazione basato sugli scarti della coltivazione del riso, come la lolla, ovvero la “buccia” del chicco di riso, per trasformarli in materiali edili destinati alla costruzione di fabbricati ed edifici. L’utilizzo di scarti agricoli per la costruzione di abitazioni era una pratica molto comune in antichità ma la sua applicazione recente consente oggi di raggiungere livelli di efficienza e resistenza che sono ben lungi della casupola con il tetto in paglia a cui forse in prima istanza rimanderebbe il nostro immaginario: a partire da materie grezze, che normalmente finirebbero smaltite o bruciate, è infatti possibile costruire case moderne e anche edifici di dimensioni importanti, non solo durevoli ma anche efficienti dal punto di vista dell’isolamento termico e della traspirabilità, bioclimatici dunque, e biodegradabili. Non è una favola ma un bel racconto di sostenibilità in cui uomo e ambiente concorrono ad un cambiamento responsabile nel modo di vivere e di produrre.